I cani sono più pessimisti se i loro proprietari usano uno o più metodi coercitivi, lo dice la scienza.

I cani sono più pessimisti se i loro proprietari usano uno o più metodi coercitivi, lo dice la scienza.

Vivono con noi a stretto contatto, non gli manca un tetto sulla testa ed hanno cibo e cure a volontà. I nostri, quindi, sono cani felici?

Considerando che ai cani domestici (di solito o almeno così dovrebbe essere) non manca nulla, vengono considerati tutti felici pertanto gli studi scientifici per capirne lo stato di benessere sono pochi.

La risposta sembra scontata ma in realtà non lo è. Le condizioni di vita, le esperienze passate e soprattutto l’atteggiamento dei proprietari nei loro confronti sono estremamente variabili e possono influenzare notevolmente la condizione di benessere dei cani.

Una delle grandi variabili che influisce sullo stato di benessere dei cani è il metodo di educazione ed addestramento che scegliamo di adottare: le varie scuole di pensiero variano notevolmente e si va dall’uso delle ricompense (gioco, cibo o altro) per premiare comportamenti desiderati, alle di punizioni per inibire quelli desiderati.

Una delle grandi variabili che influisce sullo stato di benessere dei cani è il metodo di educazione ed addestramento che scegliamo di adottare: le varie scuole di pensiero variano notevolmente e si va dall’uso delle ricompense (gioco, cibo o altro) per premiare comportamenti desiderati, alle di punizioni per inibire quelli desiderati.

Considerando che ai cani domestici (di solito o almeno così dovrebbe essere) non manca nulla, vengono considerati tutti felici pertanto gli studi scientifici per capirne lo stato di benessere sono pochi.

Ricerche precedenti hanno già suggerito che l’uso di punizioni possa comportare la comparsa di componenti indesiderati [Blackwell, E. J., Twells, C., Seawright, A. & Casey, R. A. The relationship between training methods and the occurrence of behavior problems, as reported by owners, in a population of domestic dogs. J. Vet. Behav. 3, 207–217 (2008). Hiby, E. F., Rooney, N. J. & Bradshaw, J. W. S. Dog training methods: Their use, effectiveness and interaction with behaviour and welfare. Anim. Welf. 13, 63–69 (2004). Herron, M., Shofer, F. & Reisner, I. Survey of the use and outcome of confrontational and non-confrontational training methods in client-owned dogs showing undesired behaviors. Appl. Anim. Behav. Sci. 117, 47–54 (2009).]

Ma lo studio di cui vi parliamo oggi ha voluto verificare quanto l’uso dei metodi di addestramento influenzi il benessere dei cani.

Lo studio completo è questo:
Casey, R.A., Naj-Oleari, M., Campbell, S. et al. Dogs are more pessimistic if their owners use two or more aversive training methods. Sci Rep 11, 19023 (2021)

Sono stati selezionati 100 cani creando un gruppo il più possibile omogeneo per sesso, età ed altri parametri ed i proprietari, nell’intervista, hanno dichiarato di aver utilizzato in passato metodi coercitivi oppure no.
I cani selezionati sono stati addestrati a ricevere una ricompensa (cibo in una ciotola) in una posizione standard (positiva) e non riceverla mai in una posizione standard (negativa).
Il tempo di spostamento dal punto di partenza fino alle ciotole è stato misurato (latenza).
Ebbene i cani su cui,in passato, sono stati utilizzati dei metodi coercitivi hanno impiegato significativamente più tempo (maggiore latenza) lì dove la ciotola veniva messa in posizioni diverse dalla positi o negativa cioè veniva messa in posizioni ambigue, nuove per il cane. Si sono dimostrati, quindi molto più titubanti sulle novità.
I cani addestrati con metodi basati sui rinforzi, viceversa, hanno fatto registrare tempi di latenza più brevi sulle stesse posizioni ambigue.
Lo studio ha confermato che i cani addestrati con metodo coercitivi hanno tutti un atteggiamento più titubante e pessimista, nei confronti delle novità. I cani che sono stato addestrati con metodi positivi (cioè utilizzando solo rinforzo e non punizioni) invece, reagiscono più propositivamente alle novità e alle situazioni non conosciute.
I risultati supportano i risultati di Vieira de Castro et al. [de Castro, A. C. V. et al. Does training method matter? Evidence for the negative impact of aversive-based methods on companion dog welfare. PLoS ONE 15(12), e0225023. https://doi.org/10.1371/journal.pone.0225023 (2020).], suggerendo che l’uso di metodi coercitivi per l’addestramento può indurre stati d’animo negativi a lungo termine e quindi un benessere più scarso rispetto ai metodi di addestramento che non comportano punizioni.